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La degustazione |
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Rosso intenso e brillante. |
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Note di drupacee e in particolare ciliegia, evidenziate da tocchi pepati. |
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Palato sorprendentemente fresco, portato da una materia setosa, finemente tannica. È ancora un po’ austero, ma entro qualche mese promette di aprirsi. |
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Il consiglio del sommelier |
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Servire tra 16 e 18°. |
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Stufato di cervo, filetto di maiale ai funghi, carré di vitello al timo, straccetti d'anatra. |
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Entro il 2030 e oltre per gli intenditori. |
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La tenuta e il vino |
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Cento anni dopo i terroir e sono sempre lì. E le esigenze e i valori sono sempre gli stessi. Un impegno e una ricerca costante della qualità che ne hanno fatto il cru iconico del Beaujolais. Le vecchie vigne di Gamay piantate su sabbie granitiche, ricche di ossido di ferro e silice, regalano uve concentrate e succose, dando vita ai più grandi vini della regione, che non hanno nulla da invidiare ai vini più prestigiosi della Borgogna o del Rodano.
La cosa non sorprende. Già nel XIX secolo i grandi intenditori di vino collocavano il cru al vertice della gerarchia francese. Nel 1932 il vigneto Moulin-à-Vent era molto più apprezzato di un famoso grand cru di Morey-Saint-Denis.
A questo punto il quesito è: chi meglio dello Château du Moulin-à-Vent per illustrare questi 100 anni di grandi successi?
Lo Château du Moulin-à-Vent, di proprietà della famiglia Parinet, è uno dei rappresentanti più fervidi della denominazione. Con 30 ettari gestiti secondo i principi dell’agricoltura biologica (certificati dal 2024), questo iconico cru della denominazione possiede alcuni dei migliori terroir, oltre il 70% dei quali presto potrebbe essere classificato come Premier Cru…
Lo Château non fa che salire instancabilmente di livello. Piantagioni dense (fino a 14.000 piedi per ettaro), agricoltura biologica dal 2013, lavorazione con cavalli dei piedi più vecchi, rese naturalmente basse: la tenuta punta esclusivamente alla qualità. |
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Il Moulin-à-Vent Rosso 2022 ha tutte le carte in regola per essere un grande vino. Estremamente delicato, si apre su note fini di pepe, spezie e frutta con nocciolo, in particolare ciliegia. L’affinamento delicato permette di preservare la freschezza e la purezza del frutto, portato da una materia setosa, finemente tannica. È ancora un po’ austero, ma entro qualche mese promette di sbocciare e potremo finalmente apprezzare tutto il suo potenziale con un carré di vitello al timo o a straccetti d'anatra. Valutato 92/100 dal nostro Comitato di Degustazione. |
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Vendemmia manuale, 25% dei grappoli interi, pre-fermentazione a freddo, affinamento per 18 mesi per il 40% in botti di rovere francese. |
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Ricompense |
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Tenuta valutata 1 stella nella Guide des Meilleurs Vins de France 2024 Tenuta valutata 4 stelle nella Guide Bettane et Desseauve 2024 Vino valutato 92/100 dal nostro Comitato di Degustazione |
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